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mercoledì 29 luglio 2015

Lughnasadh





Lughnasadh (Lùnasa) o Lammas, comunemente chiamato anche Vigilia di Agosto, Casa del raccolto o ancora Festa del grano, segna la parte centrale dell'estate ed è la prima delle tre festività legate al raccolto nell'anno Neopagano. Viene festeggiato di norma il 1° di agosto o alla vigilia, ovvero il 31 luglio.
La parola "Lughnasadh" deriva dal nome del dio celtico Lugh, Dio del sole e delle arti, assimilabile all'Apollo Greco-Romano.
Questo era il periodo dell'anno in cui veniva celebrato il matrimonio del Dio, altre fonti invece concordano nel fatto che fosse il suo funerale ad essere ricordato, o meglio ancora quello della madre. I pareri sono discordanti, ma questo è logico che avvenga quando si sta parlando di una celebrazione vecchia di millenni.
"Lammas" invece, è una terminologia molto più recente, risalente all'era medioevale, derivante dall'inglese arcaico "Hlaf Maesse" che significa "Raduno del pane".
Il festival di Lughnasadh infatti, fu convertito in epoca cristiana ad una celebrazione del pane, esso veniva benedetto nelle chiese per ringraziare del dono che veniva offerto dal grano, fu allora che prese il nome di Lammas; i nomi possono comunque essere intercambiabili, perché d'altronde si rivolgono alla medesima celebrazione.
Lughnasadh è il momento in cui i giorni si accorciano e i campi maturano, le lunghe giornate estive sono ormai passate e noi percepiremo i frutti dei nostri sforzi; adesso è il momento di raccogliere.
Noi celebriamo l'estate, che è caldo, crescita, abbondanza, lavoro e gioco, avendo però già un occhio all'inverno che verrà.
Il lavoro della primavera e dell'estate è finalmente ripagato con il primo raccolto dell'anno, è giunta infatti l'ora in cui le piante maturano e cedono i loro frutti e semi per il nostro uso.




Rendiamo omaggio al Dio Sole, Lugh, per il ruolo che svolge nella fertilità della Terra. Lo salutiamo mentre declina nel cielo, ma non è un momento di tristezza, perché il suo seme vive nel grembo della Madre. E la Madre è nella sua massima abbondanza, il frutto del suo lavoro è ovunque, e noi ci riuniamo per cogliere le sue ricchezze.
Il Re del Sole, ora Signore dell'oscurità, dà la Sua energia al raccolto per assicurare la vita, la Dea invece assume il Suo aspetto di Crona o Anziana.
Il sacrificio del Dio è possibile riscontrarlo nel grano; è infatti all'interno di esso che continua a vivere il Suo spirito. Se ci riflettete, ogni anno questo cereale perde i suoi semi, i quali fecondano la terra e ricrescono in primavera. Il grano è qualcosa di sacro, di antichissimo, ogni spiga è il frutto di migliaia di anni di morte e rigenerazione.
Il Dio si sacrifica volontariamente per mano della Dea, e il sangue sui campi è come i semi a primavera. Il grano che matura è il prodotto di una pianta morente, la promessa di una nuova vita è in ogni spiga che matura. Essa verrà di fatti trasformata in farina e quindi in pane, che ci sosterrà nei mesi che verranno.
Per questa ragione fare il pane è un atto sacro, mangiandolo ci ricordiamo del sacrificio compiuto dal Dio.



Visto il legame con le divinità delle granaglie, molti pensano che Lammas sia una festa legata solo alla mietitura, ma non vi è nulla di più errato. Verdure e frutta sono maturi, e occore raccoglierle. Cipolle e aglio sono in attesa di essere dissotterrati. Le erbe, soprattutto quelle scelte appositamente per le attività magiche, in questo periodo sono al massimo della loro potenza.
Anche noi siamo maturi, e il tempo del raccolto personale è prossimo. E' quindi arrivato il momento di raccogliere anche i nostri frutti personali, fare un resoconto della propria vita, e capire ciò che siamo riusciti a portare a termine durante l'anno, se quello che ci eravamo prefissati è stato compiuto; è necessario offrire noi stessi come raccolto.




Un'altra realtà fisica e spirituale del grano è il personaggio di John Barleycorn, la cui morte e resurrezione è alla base del nostro sostentamento.
Egli è infatti dichiarato morto e viene sepolto, ma a primavera risorge, e nel corso dell'estate cresce fino a raggiungere l'età virile, simboleggiata dalla sua barba. Ma alla fine della stagione estiva, comincia anche lui ad invecchiare e a languire, e viene nuovamente abbattuto.
E' questo il momento in cui acqua e fuoco lo sottopongono alla dura prova dello smembramento sciamanico. Ma, attraverso la sua seconda morte, John Barleycorn si trasforma nella bevanda sacra: la birra. L'acqua e il fuoco, inoltre, nel processo di macinazione che viene effettuato nel mulino, trasforma il grano nel sostegno della vita: il pane.
Un' altra abitudine di Lughnasadh è quella di fabbricare bamboline di grano, le quali verranno utilizzate anche nel rituale di Imbolc a febbraio, che è la festività opposta a Lammas.

Indicazioni per il cerchio di Lughnasadh

Per l'altare usate un panno giallo, arancione o marrone, mentre le candele dei medesimi colori o in alternativa verdi. Decorate con fasci di erbe, spighe di grano, pannocchie e cestini con frutta e verdura. Bruciate l'incenso di Lughnasadh (una mistura di incenso puro e petali di girasole o valeriana).

Corrispondenze

Simboli: spighe, ruota, sole, guerriero, pane, spirito, deserto
Divinità: Lugh, Bres, Cerere, Crono, Demetra, Saturno, Rea, Maia, Horus, Seth, Kephra, Iside, Freyr
Cibi tradizionali: idromele, birra, spremuta, carne e verdura arrostita, cereali, pane e frutta di stagione
Colori: oro, giallo, verde, arancione, ambra, marrone
Erbe: grano, frumento, riso, miglio, alloro
Pietre: occhio di tigre, diaspro giallo, topazio, opale di fuoco, quarzo citrino, pirite, rosa del deserto
Animali: leone, aquila, fenice, gatto, tigre, serpente

Vi consiglio di passare la festa all'aperto, a contatto con la Natura, e durante il banchetto ringraziare per il primo raccolto tramite un brindisi con del vino (o birra) e la consumazione di pane.

Felice festa di Lughnasadh a tutti voi popolo di Kelyddon :)

Grian



Fonti: conoscenze personali, web, "L'arte della strega " di Dorothy Morrison, "Tradizione nordica" di Nigel Pennick


domenica 26 luglio 2015

La Ruota dell'anno





Anticamente il tempo veniva concepito non in maniera lineare (come siamo abituati oggigiorno), ma in modo circolare; questo perché il fattore tempo non ha un inizio o una fine ben definiti, e tutto implica una ripetizione nel corso della storia.
Così il ciclo di nascita, crescita, maturazione, declino, morte e rinascita è espresso nell'anno Neopagano attraverso quella che è definita la Ruota dell'anno Celtico.
Nel passato, infatti, quando le persone vivevano a stretto contatto con il mondo naturale, e si affidavano ai suoi cicli per la loro sopravvivenza, il volgere delle stagioni ed i cicli mensili della Luna avevano un profondo impatto sulle cerimonie religiose. Poiché la luna era vista come un simbolo della Dea, si tenevano delle cerimonie di adorazione e di magia al suo chiarore. Anche l'arrivo dell'inverno, i primi segnali della primavera, la calda estate e l'avvento dell'autunno, erano segnali di questi rituali, ed occasioni di grandi feste, gioia e banchetti.
Gli aderenti alle correnti neopagane di oggi, eredi delle religioni popolari pre-Cristiane europee, celebrano ancora la Luna Piena ed osservano i cambiamenti stagionali. Il calendario religioso della Wicca e del Neopaganesimo in generale contiene dodici o tredici celebrazioni della Luna Piena chiamati "Esbat", e otto festività maggiori (che sono invece feste solari) chiamate "Sabba" o "Sabbat", che sono particolari giorni di potere, che celebrano un particolare ciclo della Natura.
Quattro di questi giorni sono determinati dai Solstizi e dagli Equinozi, ovvero gli inizi astronomici delle stagioni, e sono chiamati Sabba Minori. Le ricorrenze degli altri quattro rituali si basano, invece, sui rituali agricoli e ai cicli di gestazione degli animali legati principalmente al mondo celtico, e sono anche conosciuti come Sabba Maggiori.
Tutte ed otto le festività sono cerimonie antichissime, osservate dagli antichi popoli europei prima (e in realtà anche per molto tempo dopo) la nascita del Cristianesimo.
Infatti la Chiesa, proprio per estirpare gli antichi culti pagani, decise di trasformare le vecchie feste che da secoli venivano osservate in Europa in celebrazioni cristiane, e così nacquero la Pasqua, il Natale, Ferragosto ecc...Tuttavia, i tratti caratteristici di queste antiche ricorrenze entrarono a far parte del folclore dalle nascenti festività, e sono presenti ancora oggi, segno che nessuno potrà mai cancellare tradizioni vecchie di millenni.
I rituali danno una struttura e un ordine all'anno Neopagano, e inoltre ci ricordano del ciclo infinito che continuerà per molto tempo ancora, anche quando noi esseri umani cesseremo di esistere.
Per quanto riguarda invece gli Esbat della Luna Piena, possiamo dire che sono in tutto (come già è stato accennato) dodici o tredici, uno ogni ventotto giorni e un quarto.
In questi giorni noi Pagani ci incontriamo per festeggiare Colei che è, dato che la Luna è un simbolo della Dea. Non è che ci si dimentichi del Dio durante gli Esbat, entrambi di solito vengono onorati in tutte le occasioni rituali.
Così, dopo l'aspetto religioso di queste ricorrenze, i Wiccani spesso praticano la magia, attingendo alle enormi quantità di energia che riteniamo esistano in questi determinati giorni.
Alcuni festival Pagani, spogliati dalla denominazione della Cristianità delle loro qualità un tempo sacre, sono degenerati. Sembra che Samhain sia sia stato requisito dai produttori di dolciumi negli Stati Uniti, mentre Yule è stato trasformato da uno dei più sacri giorni Pagani, ad un giorno di squallido consumismo. Anche le successive eco della nascita del Salvatore Cristiano sono a mala pena udibili sopra il mormorio elettronico dei registratori di cassa.
Ma l'antica magia rimane in questi giorni e notti, e i Pagani li celebrano. I rituali variano molto, ma sono tutti collegati alla Dea e al Dio, e alla nostra casa, la Terra.

Gli otto Sabba sono:

-Yule   21-22 dicembre       Solstizio d'inverno, Sol Invictus          Paganesimo Germanico e Romano

-Imbolc   1° febbraio           Oimelc, Giorno di Brigit, Candelora           Paganesimo Celtico

-Ostara   20-21 marzo          Equinozio di primavera, Alban Eiler           Paganesimo Germanico

-Beltane  1° maggio             Calendimaggio, Giorno di Maggio              Paganesimo Celtico

-Litha     21-22 giugno         Solstizio d'estate, Mezzestate                      Origini Neolitiche

-Lughnasadh  1° agosto        Lammas, Festa del grano, Primo raccolto   Paganesimo Celtico

-Mabon   22-23 settembre     Equinozio d'autunno, Festa del raccolto     Paganesimo Greco

-Samhain  31 ottobre             Halloween, Festa dei morti, Capodanno     Paganesimo Celtico


I Sabba ci raccontano il mito della storia tra la Dea e il Dio, della Loro relazione, e dell'effetto che questa ha sulla fecondità della Terra.

La Dea dà alla luce un figlio, il Dio a Yule; questo non è affatto un adattamento alla Cristianità. Il Solstizio d'inverno è stato a lungo visto come un momento di nascita divina; si diceva che Mitra fosse nato in questo giorno. I Cristiani lo hanno semplicemento adottato a loro uso nel 273 d.C.
Yule è il momento della massima oscurità e il giorno più corto dell'anno. Dato che il Dio è anche il Sole, questo segna anche il periodo dell'anno in cui il nostro astro rinasce.
Nel Neopaganesimo il Solstizio d'inverno è un momento di riflessione sui misteri della morte, che implica dopo di sé una rinascita, un pensiero confortante in questi giorni di tensione.
E' la vittoria del Nuovo Sole, che sconfigge le tenebre dell'inverno, portando con sé la promessa della primavera.

Imbolc segna invece il recupero della Dea dopo aver dato alla luce il Dio. I momenti di luce sempre più lunghi La risvegliano. Il Dio è un fanciullo giovane e vigoroso, ma si avvertono i Suoi poteri nelle giornate sempre più lunghe. Il calore feconda la Terra (la Dea), fa crescere e germogliare i semi, e così si notano i primi accenni della primavera.
Questo è il Sabba della purificazione dopo la vita rintanata dell'inverno, attraverso i poteri di rinnovamento del Sole. E' anche una festa della luce e della fertilità, un tempo caratterizzata in Europa da grandi fuochi, torce e falò di ogni tipo. Il fuoco qui rappresenta la nostra illuminazione ed ispirazione proprio come la luce e il calore. E' anche la festa della dea irlandese Brigit, Dea del fuoco, della fertilità e dell'ispirazione poetica.

Ostara è l'Equinozio di primavera, giorno dedicato alla dea germanica Eostra. Le energie della Natura passano delicatamente dalla pigrizia dell'inverno all'esuberante espansione della stagione primaverile.
La Dea ricopre la Terra di fertilià, mentre il giovane Dio è nel suo aspetto di Giovane Guerriero, e percorre la Terra fecondandola grazie alla Sua maturità.
Questo è il momento in cui Dea e Dio si incontrano, proprio quando le ore del giorno sono esattamente uguali, in equilibrio, ma la luce sta superando l'oscurità.
Questo è un periodo di inizi, di azione, per seminare ciò che sarà raccolto in futuro.
L'uovo è il suo simbolo, perché indica la nuova vita che sta per nascere.

Beltane segna l'emergere del Giovane Dio all'età adulta. Risvegliato dalle energie della Terra, Egli desidera la Dea. Essi si innamorano, giaciono fra l'erba ed i boccioli e si uniscono. La Dea rimane incinta del Dio, che partorirà a Yule.
Beltane è la festa della fertilità e dell'unione sessuale, il sesso è un elemento sacro, di vita, e non qualcosa segnato dal peccato.
Si suole danzare attorno al palo di maggio, simbolo fallico, reggendo nastri colorati rossi e bianchi; sul palo viene posta la ghirlanda di fiori, simbolo invece della Dea.
Molte persone si alzavano all'alba per raccogliere fiori e frasche verdi dai campi e dai giardini, e li usavano per decorare il palo di maggio, le loro case, e loro stessi.
Venivano anche scelti un Re ed una Regina di Maggio tra i giovani del villaggio per simboleggiare l'Unione tra il Dio e la Dea.

Litha rappresenta il Solstizio d'estate, quando i poteri della natura raggiungono il loro punto più alto.
La terra trabocca della fertilità degli Dèi, e il Sole raggiunge il suo massimo potere.
Il Dio regna come Re dell'estate, mentre la Dea sparge vita in ogni dove.
In questo giorno venivano accesi dei falò a rappresentare la luce dell'estate e il potere del Dio Sole, testimonianze di ciò sono rimaste nei riti di San Giovanni che vengono celebrati il 24 giugno.
Litha è un momento magico, ideale per la raccolta delle erbe da utilizzare in magia, e si pensa che nella notte del Solstizio le fate si radunino nei boschi e nelle radure.

Lughnasadh è il giorno del primo raccolto, quando le piante della primavera appassiscono rilasciando i loro semi o frutti affinché noi possiamo utilizzarli, ed anche per assicurare il successo del futuro raccolto. Il Dio è deciso a compiere il sacrificio, e sotto la falce della Dea dona la sua vita per tutti noi. Egli è infatti visto come il Dio del grano, che rilascia i suoi semi nella Terra, i quali rinasceranno a primavera. Il grano è un elemento importantissimo durante le celebrazioni di Lughnasadh, e fare del pane è un modo per ringraziare il Dio del Suo sacrificio.
Le notti si allungano, la Dea osserva con dolore e gioia il Dio che sta morendo, eppure vive dentro di Lei, come Suo figlio.
Questa è anche la festa del Dio Lugh, il Dio celtico del Sole e delle arti.

Mabon indica l'avvento dell'Equinozio d'autunno, è il complemento del raccolto cominciato a Lughnasadh. Ancora una volta giorno e notte sono uguali, bilanciati dal Dio che si prepara a lasciare il Suo corpo fisico e comincia la grande avventura nell'ignoto, verso il rinnovamento e la rinascita della Dea. La natura declina, rilascia i suoi doni, si prepara per l'inverno e per il suo periodo di riposo.
La Dea sonnecchia con il Sole che si indebolisce, anche se il fuoco brucia nel Suo ventre. Lei sente la presenza del Dio anche mentre Egli svanisce.
Mabon è conosciuto anche come la "Festa del Ringraziamento delle Streghe", proprio perché il fulcro centrale della festa è quello di ringraziare per i doni che la Terra ci ha offerto.
Il mito è legato ai misteri Eleusini che avvenivano nella città di Atene in questo periodo; è la storia di Persefone e del suo rapimento da parte di Ade, il Dio degli Inferi.

Samhain è il momento in cui ci si congeda da Dio. Questo è un addio temporaneo; infatti Egli non è avvolto dall'oscurità eterna, ma si prepara a rinascere dalla Dea a Yule, la quale ora è pronta a raggiungere il Suo consorte negli Inferi.
Samhain, conosciuto anche come Vigilia di Novembre, la Festa dei Morti, una volta indicava il tempo del sacrificio. In alcuni luoghi era il momento in cui gli animali venivano macellati per assicurarsi il cibo per tutta la profondità dell'inverno. Il Dio, identificato con gli animali, cadeva per assicurare la continuazione della nostra esistenza.
Samhain è un momento di riflessione, per guardarsi indietro nell'anno trascorso, per venire a patti con l'unico fenomeno della vita sul quale non abbiamo controllo: la morte.
In questa notte la separazione tra la realtà fisica e quella spirituale è sottile, per questo si ricordano i propri antenati.
Dopo Samhain si celebra nuovamente Yule, è così la Ruota dell'anno è completa.

Sicuramente ci sono dei misteri sepolti qui. Perché il Dio è il figlio e poi l'amante della Dea? Questo non è un incesto, ma un simbolismo. In questa storia agricola, la sempre mutevole fertilità della Terra è rappresentata dal Dio e dalla Dea. Questo mito parla dei misteri della nascita, della morte, e della rinascita. Celebra gli aspetti meravigliosi, e gli splendidi effetti dell'amore, ed onora le donne che continuano la nostra specie.
Inoltre, indica la vera e propria dipendenza che gli esseri umani hanno nei confronti della Terra, del Sole e della Luna, e degli effetti delle stagioni nella nostra vita di tutti i giorni.
E così osservando i Sabba i Neopagani si armonizzano con la Terra e le sue divinità, riaffermando le proprie radici con Essa.
Questo è un vero e proprio omaggio alla vita, attraverso queste festività essa è infatti onorata e celebrata in tutti i suoi aspetti. Il Dio e la Dea non sono altro che le incarnazioni delle forze naturali che ci governano e che regolano questo ciclo.
Seguirò con un articolo per ogni Sabba, affinché possiate conoscerli meglio e percepire le loro particolari energie che ognuno di essi porta con sé.

Buon proseguimento,

Grian


Fonti: conoscenze personali, "Wicca" di Scott Cunningham.


sabato 25 luglio 2015

Il bambino che imparò a colorare il buio, Billy Mills e Nicholas Sparks



Ciao a tutti!

Quest'oggi ho deciso di recensire per voi questo libro che mi ha davvero illuminato, quasi come se il bambino del libro fosse riuscito davvero nel suo intento, quello di colorare il buio, compreso quello dei lettori.
Come tutti avrete potuto notare il titolo di questo romanzo è appunto "Il bambino che imparò a colorare il buio" ed è stato scritto da Billy Mills in collaborazione con il famosissimo Nicholas Sparks.
Il titolo originale dell'opera è in realtà "Wokini" che è un termine lakota che significa "nuova vita, una vita di pace e serenità", e fu pubblicato nel lontano, ormai, 1990; non per questo perde la sua attualità, anzi, questo libro sarebbe potuto essere scritto in qualsiasi epoca, perché tratta di una tematica che è comune a tutti gli esseri umani di tutti i tempi, ovvero il raggiungimento della felicità.

Il protagonista del romanzo si chiama David, aborigeno del Nord America, che vive con suo padre nello stato del South Dakota negli Stati Uniti.
Sua madre e sua sorella sono morte da poco, e il ragazzino si sente terribilmente oppresso dalla tristezza e dalla malinconia dovute alle sue perdite, specialmente per quanto riguarda la sua sorellina. Malgrado ciò, il padre di David conduce un'esistenza felice e spensierata, e il ragazzo non comprende come il papà riesca ad essere sempre sereno, a discapito di quanto accada nella sua vita.
Un giorno David riceverà da suo padre un drappo sul quale sono rappresentate sette figure, e grazie ad un anziano che vive tra le colline sacre degli Indiani d'America, il ragazzo riuscirà a decifrarle e a capire il vero metodo che porta alla felicità.
Questo libro non è solo un racconto, ma una vera e propria guida che aiuterà voi lettori a conoscere le vie segrete che portano alla felicità personale, attraverso le sagge lezioni degli Indiani, le quali insegnano a vivere nel rispetto per la Madre Terra, e la pratica della meditazione per raggiungere uno stato di serena pace.
Il mio voto per questo libro è di 5/5

★★★★★

Ecco a voi la trama sul retro del libro:
Il buio è calato sulla vita di David dopo la morte della madre e dell'amata sorella. Il bambino sembra aver smarrito per sempre la felicità, e ora solo una persona può dargli una mano: suo padre. L'uomo gli offre un dono: un logoro drappo con sette raffigurazioni che coniugano il saperetradizionale ed antiche credenze degli Indiani d'America. Correttemente interpretati, questi simboli gli rivelano il segreto della conoscenza di se stessi e della gioia. Attraverso un originalissimo percorso, David riuscirà a trovare il modo di "colorare" i momenti più cupi cogliendo l'essenziale del vivere: essere felici.

Tramite questo romanzo apprenderete che "C'è sempre un'alba luminosa, anche dopo la notte più cupa".

A presto :)

Grian

mercoledì 22 luglio 2015

Tematiche comuni nella Mitologia

Xαίρε! 
Stasera volevo parlare sulle tematiche comuni nella mitologia di tutto il mondo.
Come afferma lo psicologo svizzero Carl Jung, il quale ribadiva la teoria dell'inconscio collettivo dal quale deriva che dalla mitologia provengono ricordi e immagini condivise da tutta l'umanità, si è scoperto che vi sono proprio temi culturali in comune in tutto il globo come la creazione dell'Universo, le forze della Natura, le origini dell'essere umano, credenze e regole sociali. Certo, la mitologia varia a seconda dell'area geografica in cui ci si trova ed a seconda delle necessità di ciascun popolo. Infatti, molte deità sono rappresentate sottoforma di animali o peculiari forme di natura propri del luogo.V'è da considerare anche che la mitologia poteva "viaggiare" da un continente all'altro, com'è il caso delle lingue indoeuropee, che sono la base della maggior parte delle lingue europee moderne. Per esempio, in molti miti possiamo ritrovare l'Uovo Universale per spiegare la creazione dell'Universo, oppure Divinità Cornute come Pan (pantheon greco), Cernunnos (pantheon celtico) oppure Pashupati (pantheon hindu) legate alla fertilità della Terra, alla Natura ed al bestiame. Un altro tema mitico ricorrente in molte culture è la mortalità degli uomini: essa infatti è considerata come un castigo degli Dèi per penalizzare le trasgressioni umane e la nostra capacità di corruzione. 
In moltissimi miti si riscontrano persino molti viaggi negli Inferi (come Odisseo, Orfeo, Enea...), temi come la morte e la rinascita (vedi Dioniso, Adone oppure Attis), e miti rappresentanti il modello ciclico stagionale del tempo (Persefone/Proserpina rapita da Ade/Plutone). Di fatti, ogni anno, nella maggior parte delle culture si soleva celebrare il ritorno imponente della Primavera, del calore estivo e la fioritura della vita in questo periodo, come del resto nella Wicca: il Dio torna dal riposo e rinasce dal Grembo della Madre in tutta la sua pomposità e, unendosi con la Dea, dona la vita. 
Le storie di imprese eroiche, che servivano propriamente a dare dei modelli comportamentali alla popolazione, solevano includere molte prove di forza e coraggio per l'eroe (o eroina) come affrontare, classicamente, un mostro marino. Questi relati erano molto comuni come per esempio: il Diluvio Universale (Noè nella mitologia ebraica, Manu nella mitologia hindu, Deucalione e Pirra nella mitologia greca e Utnapishtim nella mitologia babilonese), che rappresentava il passaggio da un'Età piena di corruzione e peccato, all'altra, armoniosa e luminosa. 
Perfino i differenti caratteri degli Dèi potevano assomigliarsi: alcune Divinità, infatti, sono comprensivi e si preoccupano per i mortali e per il loro sviluppo e progresso, come in Grecia, India, Egitto ed in America del Nord. Al contrario, in Mesopotamia, il pantheon si presenta indifferente nei confronti del destino dell'umanità. 
Insomma, saremo anche tutti diversi, ma la psicologia non mente: gli umani sono accomunati dalle stesse necessità e da queste ne derivano i diversi sistemi di pensieri, ricordi, speranze e quindi, di conseguenza, quell'affascinante viaggio attraverso Dèi, Dee, eroi e dinastie. La mitologia.


Talathdaer

La Divinità dei Wiccani, il Dio e la Dea


 "Fai ciò che vuoi finché dalle tue azioni non scaturisca il male,
poiché le azioni che compi tre volte ti saranno rese.
Rispetta la Natura e le sue forme di vita
poiché sono manifestazioni dell'Unione tra il Dio e la Dea.
Impara a conoscere le piante, gli animali e le loro capacità,
perché da loro trarrai forza e benefici.
Celebra il ciclo della vita coi rituali che ti illuminano,
perché così guadagnerai consapevolezza.
Non sei tu a possedere la magia; è la magia che ti possiede"


La Wicca è anche conosciuta come "La religione della natura" o "La religione delle streghe".
Per quanto riguarda il primo riferimento possiamo dedurre molto, ovvero che la Wicca è prima di tutto uno stile di vita come il Cristianesimo o il Buddhismo. Una maniera di approcciarsi al Divino vivendo in armonia col cosmo e le regole che intercedono nel governarlo, armonizzandosi ai cicli naturali e fondersi appieno con essi.
La Wicca è innanzitutto gioia e amore per la vita, infatti celebrando la Natura e i suoi cicli noi non facciamo altro che onorare la vita stessa, ringraziando gli Dèi per quanto ci hanno donato.
So che questo è un concetto complicato da comprendere per chi al giorno d'oggi presta maggiore importanza alle cose materiali e alla vita mondana. Tutto ciò fa sicuramente parte e deve far parte delle nostre vite, ma è necessario anche che non ci si dimentichi di quel che siamo e da dove veniamo, cioè dalla Terra.
Questo è principalmente la Wicca, non è soltanto ciò che rientra nel campo semantico della "stregoneria", e questo ci tengo a ribadirlo. La magia è sicuramente una pratica importante nell'esercitazione della Wicca, ma non è rilevante; io stesso non sono abituato ad utilizzarla.
Innanzitutto perché bisogna esserne capaci, e io non mi sento ancora in grado di poter sfruttare al meglio questa particolare disciplina.
Strega e magia sono due termini che hanno subito una grande diffamazione nel corso dei secoli, perciò tutto ciò che conoscete al riguardo dimenticatevelo, perché è totalmente inesatto; ora non mi dilungherò nello spiegarvi cosa è la magia o chi è la strega (terminologia che si riferisce ad entrambi i sessi), in primo luogo perché sicuramente c'è chi sarebbe ben più indicato di me nel farlo, in secondo luogo perché non è questo lo scopo del mio articolo.
Veniamo perciò al dunque, essendo la Wicca una religione e un percorso spirituale, viene da sé che tutto ruoti intorno alla figura di una divinità o in questo caso di più divinità.
Ci troviamo infatti davanti ad una corrente religiosa di tipo politeistico, e ancora più nello specifico siamo di fronte ad un fenomeno definito "Dualismo".
Spieghiamo bene il tutto...Il Dio wiccano è visto come imminente nella Natura, ovvero vi è una visione panteistica (dal greco "pan"=tutto, e "theós=Dio, cioè tutto è Dio), ed è possibile identificarlo nell'Uno cosmico, ciò che è anche conosciuto come Dryghten.
Esso è il principio di tutto, l'essenza che permea l'intero universo, dal Dryghten si scindono i vari Dei e le varie Dee, viste come le energie presenti in Natura. Attraverso questa teoria Dio è sia imminente (presente in Natura), che trascendente (presente su qualche altro piano fisico dell'esistenza).
Ed è proprio dall'Uno che derivano la Dea e il Dio, ovvero le Divinità della Wicca.

"Tutti gli Dei sono un solo Dio,
e tutte le Dee una sola Dea"

Questo è uno dei principi fondamentali della fede wiccana; se ci pensate attentamente, infatti, ogni dio e ogni dea creata sulla faccia della Terra corrisponde ad un particolare aspetto o sfaccettatura di due entità primordiali, che sono appunto il Dio Padre e la Dea Madre. In Natura tutto è apposto e tutto si completa, tutto viene creato dall'intercessione tra un aspetto maschile e uno femminile, e questo ci fa pensare che valga anche per il divino. Non può esserci infatti la notte senza il giorno o il sopra senza il sotto e così via dicendo...
Dea e Dio sono uguali, ma al contempo opposti, e si completano a vicenda come due aspetti inseparabili dell'Uno, nessuno dei due è più importante o potente dell'altro, è l'equilibrio dei due aspetti che va ricercato.
Qui si entrerebbe anche nel discorso degli archetipi originato dal filosofo Jung, ma non voglio entrare nel merito, ciò che è importante che capiate è che tutti gli Dei e le Dee esistiti sono stati ideati come archetipi e come sfumature del Padre Cielo e della Madre Terra, e che il divenire in Natura è alla base del rapporto che avviene tra il Dio e la Dea.
Passiamo ora all'analisi più approfondita del dualismo wiccano.


"Prima che il tempo fosse, c'era l'Uno; l'Uno era tutto e tutto era l'Uno. E la vasta espansione nota come l'universo era l'Uno, onnisciente, onnipresente, totopotente, eternamente cangiante. E lo spazio si spostò.
L'Uno modellò l'energia in due forme gemelle, uguali ma opposte, creando il Dio e la Dea dall'Uno e dell'Uno.
La Dea e il Dio si estesero e diedero grazie all'Uno, ma l'oscurità li
circondava. Erano soli, assicurazione solitaria per l'Uno. Così trasformarono l'energia in gas e i gas nei soli e i pianeti e le lune. Sparsero per l'universo globi giranti e così a tutto fu data forma dal Dio e dalla Dea.
La luce sorse e il cielo fu illuminato da un miliardo di soli. E il Dio e la Dea soddisfatti del proprio lavoro, si allietarono e si amarono, e furono Uno.
Dalla loro unione furono liberati i semi di tutta la vita, e della razza umana, così che potemmo ricevere incarnazione sulla Terra.
La Dea scelse la luna come suo simbolo, e il Dio il sole come suo simbolo, per ricordare agli abitanti della Terra della loro creazione. Tutti sono nati, vivono, muoiono e rinascono sotto il Sole e la Luna; tutte le cose passano sotto tutto ciò, e tutto accade con la benedizione dell'Uno, così come è stata la via dell'esistenza prima che il tempo fosse"
(Scott Cunningham)


IL DIO



"In profonde caverne sognano Divinità eterne,
ma gli alberi ancora conoscono il loro Signore,
ed è il flauto di Pan  che dà il suo comando
al crepuscolo nel bosco.
La ballata del Dio caprino le foglie stanno danzando,
e nel mentre sussurrano il suo nome ai venti,
e un albero di quercia vagheggia d'un Dio con le corna
e altro re non conosce"


Il Dio è il principio maschile che c'è in ogni cosa, e viene adorato sotto molte forme.
I suoi nomi sono molteplici: Apollo, Giove, Thor, Odino, Pan, Lugh, Dioniso, Cernunnos, Marte, Freyr, Nettuno, Angus, Njord, Ade, Balder...sono tutte Sue attribuzioni.
Ma la sua forma principale è quella venerata dai nostri più lontani antenati, ovvero quella del Dio Bicorne. La prima rappresentazione riconosciuta del Dio fu dipinta ben 12000 anni fa tra le pitture delle grotte paleolitiche della Spagna e della Francia; esse ci mostrano un dio cacciatore con le corna (simbolo di virilità e di divinità, essendo che si propagano verso il cielo), e che è in parte animale e in parte uomo.
Per le precedenti ragioni il nome con cui viene spesso indicato il Dio è quello di Cernunnos (leggi Kernunnos), una divinità celtica dei boschi e delle selve.
Un'altra possibile attribuzione è quella al dio greco Dioniso (Bacco per i Romani), in quanto anch'essa era una divinità cornuta legata alla vegetazione, soprattutto alla vite.
I riti in onore di questo dio vennero poi vietati dal governo di Roma, in quanto venivano attuati nei boschi anche per mezzo di orge e festini legati al raggiungimento dell'estasi (condizione legata appunto al dio Dioniso nel suo momento di possessione estatica denominata Βάκkχος (Bákkhos) , e da qui il nome romano).
Con l'avvento del Cristianesimo la figura del Dio Bicorne venne demonizzata (come del resto quelle di tutte le altre divinità) dalla Chiesa, e convertita in quella del diavolo, questo per combattere ciò che restava dei vari culti pagani.
Il Dio però non è morto, Lui vive ancora in noi, e noi in Lui.
Il Dio dei Wiccani è il Dio Cornuto, l'antico Dio della fertilità, il Dio della foresta, delle mandrie e dei campi così come della caccia. Lui è il Signore della vita, colui che dà la Vita, ma è anche Signore della Morte e Resurrezione. Per questo, come la Dea, la natura del suo Consorte è anch'essa duplice.
Perché il Dio non è solo il cacciatore, lui è anche la preda, lui è il sole di giorno, ma è anche il sole di notte; Lui è il Signore della Luce ma è anche il Signore dell'Oscurità, l'oscurità della notte, l'oscurità delle ombre, l'oscurità degli abissi delle foreste, del mondo sotterraneo.





Il Dio Cornuto è anche l'anima degli animali cacciati, invocato dallo sciamano primitivo e dalla sua tribù, e come tale, lui è la Vittima Sacrificale, la bestia che è ammazzata perché la tribù possa vivere, un dono da quell'anima, che era spesso venerata come il totem tribale o lo spirito ancestrale.
I celti credevano che loro fossero i discendenti del Dio Sotterraneo, che era anche il Dio della fertilità: la forma latinizzata del suo nome era Cernunnos, che semplicemente significa il Dio Cornuto.
Il Dio Cornuto è anche lo spirito della vegetazione, delle cose viventi e del verde, sia esso vino o foresta o campo. Dioniso, Adone, e molti altri dei della vegetazione e del raccolto erano spesso dipinti come cornuti, indossando le corna del toro, della capra, del caprone, o del cervo.
Questo aspetto del Dio morente e risorto che muore con il raccolto, come il grano è raccolto nei campi, è sotterrato come il seme. Colui che quando la primavera torna, torna anch'egli, fresco, verde e giovane, rinato dal Grembo della Grande Madre.
Il Dio Cornuto è Osiride, che spesso veniva dipinto con le corna di toro. Osiride si credeva che fosse stato incarnato in una successione di tori sacri, e venerato in quella forma come il Dio Apis. Questa era un'altra forma di manifestazione di Osiride come il Dio della fertilità, della morte e della resurrezione. E Osiride porta con se i tratti di un Dio lunare, piuttosto che solare, perchè Set divide il corpo di Osiride in 14 pezzi, il numero dei giorni della luna calante, e dopo Iside,
la Grande Madre, raccoglie i pezzi assieme e ridà la vita nuovamente al Dio.




Il Dio Cornuto è il Grande Dio Pan, il Dio con i piedi di caprone e il torso e la testa umani, ma cornuta come un caprino.Il Dio la cui pratica estatica era così odiata dalla Chiesa che usarono la sua descrizione per il loro "Diavolo" e lo chiamarono il Signore di tutto il male. Ma per gli antichi che lo veneravano, e i moderni pagani così come alle streghe, Lui è sempre :" Pan è il grande, Pan è tutto e tutto è Pan."Il Dio Cornuto non è il "Diavolo" tranne che per coloro che temono e rigettano la Natura, e le Potenze della vita e l'umana sessualità e l'extasy dello spirito umano.
Il Dio Cornuto è il Dio di noi Wiccani.

Il Suo simbolo è il Sole ed è anche conosciuto come "Green Man", proprio per la sua associazione ai boschi e alla vegetazione.
Anch'Egli come la Dea, può essere visto come il Triplice Dio nelle sue tre forme di Giovane Signore, Padre e Anziano, ma questo è un concetto che verrà meglio chiarito quando pubblicherò il post sulla Ruota dell'anno.


Simbolo del Dio






LA DEA
 


" Ascoltate le parole della Grande Madre; lei che anticamente era anche chiamata fra gli uomini Artemide, Astarte, Dione, Melusine, Afrodite, Cerridwen, Diana, Arianrhod,  Bride e con molti altri nomi ancora.
Quando avrete bisogno di qualcosa, una volta al mese, e meglio quando la Luna è piena, allora voi vi riunirete in qualche luogo segreto e adorerete lo spirito di me che sono la Regina di tutte le Stregonerie.
Allora vi riunirete voi che desiderate imparare tutte le arti della stregoneria, e tuttavia non avete ancora raggiunto i suoi segreti più profondi; a voi io insegnerò cose che sono ancora sconosciute.
E voi sarete liberi dalla schiavitù; e come segno che siete realmente liberi, sarete nudi nei vostri riti; e danzerete, canterete, banchetterete, suonerete  musica e farete l’amore, tutto in mia lode.
Perché mia è l’estasi dello spirito, e mia altresì è la gioia sulla Terra; perché la mia legge è amore verso tutti gli esseri.
Mantenete puro il vostro più alto ideale; tendete sempre verso esso; che nulla vi fermi o vi faccia deviare. Perché mio è il segreto che dischiude la porta della giovinezza, e mia è la coppa del Vino della Vita, e il Calderone di Cerridwen, che è il Santo Graal dell’Immortalità.
Io sono la graziosa Dea che porta il dono della gioia al cuore dell’uomo. Sulla Terra io dono la conoscenza dello Spirito Eterno; e oltre la morte, io dono la pace, la libertà e la riunione con coloro che sono dipartiti. Né io richiedo sacrifici; perché vedete, io sono la Madre di tutto ciò che vive, e il mio amore si riversa sulla Terra.
Ascoltate voi le parole della Dea delle Stelle; Lei, nella polvere dei cui piedi danzano le schiere celesti, Lei, il cui corpo abbraccia l’universo intero.
Io che sono la bellezza della Terra verdeggiante e la candida Luna fra le stelle, e il mistero delle acque, e il desiderio nel cuore dell’uomo, chiamo le vostre anime, alzatevi e venite a me.
Perché io sono l’Anima della Natura che dà vita all’universo. Da me tutte le cose procedono, e a me tutte le cose devono infine ritornare; e di fronte al mio volto, amato dagli Dei e dagli uomini, lasciate che il vostro Io divino più profondo sia avvolto dall’estasi dell’infinito.
Che la mia adorazione risieda nel cuore che gioisce; giacché tutti gli atti di amore e piacere sono rituali a me consacrati. E perciò che in voi ci siano bellezza e forza, potere e compassione, onore ed umiltà, gioia e venerazione.
E voi che pensate di cercarmi, sappiate che il vostro ricercare e anelare non vi porterà alcun vantaggio se ignorate il mistero: che se ciò che cercate non riuscite a trovarlo dentro di voi, non lo troverete mai fuori da voi.
Perché vedete, io sono stata con voi sin dall’inizio; e io sono ciò che è conquistato alla fine del desiderio "

(L'Incarico della Dea)

La Wicca venera la Dea, il Divino femminile che è stato maltrattato e oscurato nel recente passato religioso.
La Dea nella Wicca è vista come Gaia, che è la Terra stessa, ed imminente, cioè permea la creazione. La Dea è anche preesistente al Suo creato e lo trascende.
La Dea è conosciuta con molti nomi e molteplici aspetti quali Diana, Danu, Frigga, Giunone, Artemide, Era, Atena, Iside, Freya, Arianrhod, Hel, Venere, Cerridwen, Brigit...ma quello più frequente è Aradia.
Aradia è la figlia nata da una relazione incestuosa tra Diana (Dea della caccia, degli animali selvatici e della luna) e suo fratello Apollo (Dio delle arti, della medicina, della profezia e del sole), che fu mandata da sua madre sulla Terra per insegnare alla gente l'Arte (intesa come la stregoneria).
Per questa ragione Aradia è anche conosciuta come la "Regina delle streghe".
La Dea è vista generalmente come una triade (ecco la derivazione del Dio Trino del Cristianesimo), nei suoi aspetti di Fanciulla, Madre e Anziana.
Simbolo della Triplice Dea



La fase della luna crescente è simbolo della Fanciulla, la luna piena è simbolo della Madre, mentre la luna calante dell'Anziana.
Noi riconosciamo la Dea, antica e primitiva; la prima degli dei; patrona della caccia e dei primi germogli dei semi. Lei diede la vita ma senza il bisogno di un uomo, sotto la cui guida le mandrie furono addomesticate, le prime erbe officinali furono scoperte, nella cui immagine i primi lavori d'arte furono creati, le prime pietre votive furono innalzate, colei che era inspirazione per musica e poesia.
Lei è il ponte, su cui noi possiamo attraversare gli abissi che sono nella nostra anima, i quali furono creati dalle energie potenziali. Lei è l'imbarcazione, su cui navighiamo le acque del profondo Sé, esplorando i mari sconosciuti in essi.
Lei è la porta, attraverso la quale noi passiamo nel futuro.
Lei è il calderone, in cui noi che siamo stati strappati, veniamo rimescolati fino a tornare interi. Lei è il virginale passaggio, attraverso il quale rinasciamo.
Nella stregoneria, noi non crediamo nella Dea, noi ci ricongiungiamo con essa, attraverso la luna, le stelle, l'oceano, la terra, attraverso gli alberi, gli esseri umani, attraverso noi stessi. Lei è qua. Lei è in noi tutti. Lei è il cerchio pieno : terra, aria, fuoco e acqua e essenza, corpo, mente, spirito, emozioni e cambiamento.


La Dea è prima di tutto terra, oscurità, madre prodiga che porta innanzi la vita. Lei è la potenza della fecondità e delle generazioni : il ventre, e anche la tomba sensitiva, la potenza della morte. Tutto procede da Lei, tutto ritorna a Lei.
Come la terra, Lei è anche la vita naturale: gli alberi, le erbe e il grano che sostengono la vita. Lei è il corpo, e il corpo è sacro. Ventre, petto, ombelico, bocca, vagina, pene, ossa e sangue, nessuna parte del corpo è sporca, nessun aspetto della vita è macchiato dal peccato.
La nascita, la morte, il declino sono equalmente parti sacre del ciclo. Sia che noi stiamo mangiando, dormendo, facendo l'amore, stiamo manifestando la Dea.
La Dea Madre è anche aria e cielo, la celestiale regina del paradiso, la Dea Stellare, sovrana delle cose percepite ma non viste: la conoscenza, la mente e l'intuizione. Lei è la Musa, che risveglia ogni creazione dello spirito umano. Lei è l'amante cosmica, la mattina e la stella serale, Venere, che appare nei periodi dell'amore. Bella e luccicante. Lei non può mai essere catturata o penetrata; la mente è condotta anche oltre, nel cammino per conoscere l'inconoscibile, nel parlare l'inesprimibile. Lei è l'ispirazione che arriva con un respiro inspirato.
La Dea celestiale è vista come la Luna, che è collegata al ciclo mensile femminile. La donna è la luna terrestre; la luna è l'uovo celestiale, che va alla deriva nel ventre del cielo, il cui ciclo è la pioggia fertile e la fresca rugiada, che regola le maree degli oceani, il primo ventre sulla terra. Così la luna è anche la Signora delle Acque: le onde del mare, i ruscelli , le cascate, i fiumi che sono le arterie della Madre Terra, dei laghi, dei pozzi profondi e delle piscine nascoste, e dei sentimenti e delle emozioni, che ci coprono come onde.
L'elemento trivalente della luna diventa il pentacolo,la stella a cinque punte della nascita, iniziazione, amore, riposo e morte. La Dea è manifestata in tutto il ciclo della vita.
Il pentacolo e tutti i fiori di cinque petali sono sacri alla Dea. La mela è specialmente il suo emblema, perché quando è tagliata di sghembo, i semini incastrati formano un pentacolo.
La natura della Dea non è mai sola. Quando Ella appare, Lei incarna entrambi i poli del dualismo, la vita nella morte, la morte nella vita. Lei ha un migliaio di nomi, un migliaio di aspetti, Lei è la mucca da latte, il ragno tessitore, l'ape con il suo pungiglione. Lei è l'uccello dello spirito e la scrofa che si mangia i suoi stessi piccoli. Lei è il serpente che cambia pelle e rinasce, il gatto che cerca nel buio, il cane che ulula alla luna, tutti sono Lei. Lei è la luce e l'oscurità. la padrona dell'amore e della morte, che rende notificate tutte le possibilità, Lei porta in su e in giù il piacere e il dolore.


Bene, con questo ho terminato...Nonostante ne sia uscito un articolo abbastanza lungo, è ancora inesprimibile l'essenza della Madre e del Padre. Loro possono essere cercati e ritrovati solo in voi stessi, sì ritrovati perché in realtà sono sempre stati con voi, e sempre lo saranno.
Che siate benedetti dalla Dea e dal Dio )O(

Grian







 

martedì 21 luglio 2015

Cosa sono il mito e il folklore?

Buon pomeriggio a tutti! 
Innanzitutto, vi starete chiedendo cosa siano esattamente i miti ed il folklore. 
Infatti, la parola "mito" proviene dal greco mythos (μύθος), che propriamente significa "discorso", "narrazione, "parola". Il mythos era, per gli antichi greci, l'antitesi della parola logos (λόγος), che stava a significare il procedimento secondo il quale qualcuno spiegava un racconto seguendo la logica. Perciò i filosofi cercavano di arrivare alla somma verità attraverso il logos, mentre poeti o artisti attraverso il mythos
Come sappiamo, la mitologia greca è piuttosto famosa, ma non è l'unica: in tutto il mondo ci sono miti e leggende che possono variare, ma anche essere molto simili, da popolazione a popolazione. Il mito è uno degli elementi centrali di molte credenze e religioni, non solo perché porta senso e propositi alla vita umana, ma anche perché aiuta le persone a comprendere il mondo che le circonda. 
Attenzione, da non confondere i miti con le leggende o le favole. Quest'ultime, infatti, si rivolgono alla società e alla morale, magari con un tocco simpatico. Mentre le leggende si basano su fatti storici, ma che contengono anche elementi di fantasia. Il mito, invece, si basa sul nostro rapporto che abbiamo con l'ignoto o con il divino, e rispecchiano i nostri desideri, le nostre paure e le nostre necessità. 
Il vocabolo "folklore", invece, viene dall'inglese antico folk e lore (o dal tedesco Volkskunde), che letteralmente significa "sapere del popolo". Esso si riferisce all'insieme delle tradizioni popolari, composte da miti, leggende, fiabe, favole, danze, usi e costumi. Come i miti nell'antica grecia, tutte queste tradizioni vengono tutt'ora tramandate oralmente. Il folklore si può definire, quindi, la cultura di una determinata area geografica, e così di un determinato popolo. Personalmente considero una vera fortuna il fatto che queste tradizioni vengano ancora tramandate, poichè segnano il vero sapere del popolo, vecchio di innumerevoli generazioni, senza la corruzione che è così tipica dell'uomo.  

Ci si sente presto con miti e leggende! 

Talathdaer 

lunedì 20 luglio 2015

The "Blue Moon"




Ehilà popolo di Kelyddon!

Ho scelto di condividere con voi un post molto particolare che riguarda direttamente un fenomeno che si verificherà nei nostri cieli il 31 luglio prossimo, ovvero l'apparizione della Luna Blu, nota anche con il termine originale inglese di Blue Moon.
Come tutti voi ben sapete, il nostro satellite emana moltissime energie, è infatti risaputo che la luna influenza le maree così come l'agricoltura, e i contadini sfruttano da millenni il potere lunare per decidere quale sia il momento più adatto per la coltivazione delle varie specie di vegetali.
Questo potere è anche utilizzato in esoterismo, sia per quanto riguarda il lavoro magico, sia per rendere omaggio alla Dea nel suo aspetto di Madre (ma di questo parleremo meglio in un post che a breve verrà pubblicato).

Ma torniamo alla nostra Blue Moon, perché è così denominata? In realtà questa speciale lunazione è conosciuta con molte altre attribuzioni quali "Luna senza nome"o "Tredicesima Luna" e si verifica all'incirca ogni due anni, per un totale di sette volte ogni diciannove anni. Molte sono le ipotesi che riguardano l'origine del suo nome, sicuramente quel che vi posso assicurare è che la sua colorazione non ha niente a che fare in questo caso; infatti la luna non assume nessuna particolarità cromatica che rimandi al blu o all'azzurro.
Dobbiamo perciò andare a ritroso nel tempo, fino all'epoca della colonizzazione dell'America da parte degli inglesi. E' infatti ormai noto, che furono i coloni britannici i primi ad attribuire dei nomi ad ogni lunazione. Essi pertanto per distinguere la tredicesima luna dell'anno decisero di donarle questo nome.
Altri ancora suggeriscono che esso derivi addirittura dall'epoca antica, dove si era soliti appuntarsi sul calendario l'avvento di questa lunazione con il colore blu, anche qui per poterla meglio differenziare.
Infine c'è anche chi pensa che il nome Blue Moon derivi dalla stroppiatura del termine francese "Double Lune" ovvero "Doppia Luna".

Ma perché questa è una luna doppia? Semplice, perché la Luna Blu è la seconda luna piena che si verifica in un mese, e la quarta di una stagione, che di norma ne contiene soltanto tre.
Capirete anche voi l'importanza e la rarità del fenomeno.
La luna infatti segue un ciclo di 28 giorni proprio come il ciclo mestruale femminile, ed è per questo che si suole attribuire al nostro satellite peculiarità femminili, e viene spesso associata alla donna anziché all'uomo, il cui simbolo è generalmente il sole.
Detto questo si spiega anche il titolo di "Tredicesima Luna", proprio perché di norma un anno ne contiene dodici.

Nel Neopaganesimo le varie lunazioni vengono celebrate e i cicli lunari osservati, proprio per sfruttare le energie lunari e in base ad esse organizzare il proprio lavoro magico.
Come ho già detto la luna è il simbolo principale dell'archetipo femminile,e perciò tramite particolari rituali chiamati "Esbat" la Dea viene generalmente invocata.
C'è chi festeggia tutte le fasi lunari, chi come me, si concentra solo sulla luna piena, in quanto questa è la fase dove le sue energie raggiungono il culmine e la loro completezza.
Ogni Esbat è legato al ciclo stagionale che si sta vivendo, ma anche ad un particolare aspetto delle nostre vite, così come tutte le festività del calendario neopagano.
La Luna Blu è un particolare momento di raccoglimento, in cui si osserva il silenzio e si cerca di ritrovare il proprio essere. Essendo molto potente, essa va a rafforzare e ad ampliare anche la simbologia della precedente lunazione; quest'anno per esempio, l'ultimo Esbat (quello di luglio) è chiamato "Luna delle Erbe", si andrà di conseguenza a lavorare nuovamente su questo aspetto.

Le energie della Blue Moon vanno ricercate proprio nella sua attribuzione a questo colore.
Il blu è infatti un colore che ci trasmette tranquillità, serenità e freschezza, tutte caratteristiche tipiche di questo plenilunio. Il mio consiglio è quindi di dedicare del tempo a noi stessi, per riflettere e meditare su ciò che la vita ci sta donando e riservando, magari anche rimandando decisioni importanti per poterci pensare più attentamente.
Lavorate perciò sull'equilibrio e la rigenerazione, è un momento adatto per sbarazzarsi di tutte le disarmonie e gli elementi stagnanti che opprimono la nostra esistenza.
Una piccola curiosità; gli eventi fuori dal comune vengono definiti in lingua inglese proprio "Blue Moon", appunto per richiamare la rarità dell'avvenimento.

Veniamo ora ad alcune associazioni...

Periodo: Ogni due anni circa
Elemento: Etere
Divinità: Dea in tute le sue forme, Iside, Theia
Archetipo: La sintesi
Tarocco: La papessa
Erbe: Mandorlo, giglo
Cibi tradizionali: Acqua, latte
Animali: Cigno, colomba bianca e tutti gli animali bianchi
Pietre: Diamante, quarzo ialino, ghiaccio, madreperla
Colore: Bianco, trasparente, blu, violetto
Incantesimi: Tutti, dedicazione, iniziazione
Simboli: Ruota, glifo dell'etere, occhio, calderone
Nomi alternativi: Luna senza nome, Tredicesima Luna, Luna Falsa, Luna delle Streghe, Luna della Trasformazione, Luna delle Anime inquiete.

Infine vi consiglio anche di creare dell'acqua di luna, proprio per sfruttare al meglio i poteri di questa lunazione. Potete infatti esporre alla luce della luna piena dell'acqua che utilizzerete poi per bagni, piuttosto che per lavori magici o per ciò che più riterrete consono.

Con questo vi saluto e vi invito ad osservare questo particolare fenomeno, e a fare vostre le energie della Luna Blu.

A presto amici,

Grian





domenica 19 luglio 2015

Talathdaer, l'Elfo della Notte

Salve a tutti!
Essendo nuovo in questo blog, vorrei firmarmi come Talathdaer. Questo nome non proviene da nessuna lingua antica, anche se sembra. Come ho fatto a trovare un nome così assurdo? Usando il creatore di nomi di World of Warcraft, che ha sempre dei nomi stupendi e originali. Essendo un Elfo della Notte su questo gioco, ho voluto scegliere un nome, tra quelli proposti, che richiamasse quanto più possibile l'essenza di questo popolo, il quale mi piace moltissimo. 

Ho deciso di collaborare con Grian nello scrivere su argomenti come mitologia e folklore, essendo, come Grian, aderente alla fede neopagana, dato che appunto entrambi questi argomenti mi interessano molto. Fin da bambino ho avuto curiosità per queste narrazioni che hanno per tema la natura delle cose che ci circondano, storie di grandi eroi o tragedie, come nel caso greco. 

Detto questo, spero che possiate trovare piacevoli gli argomenti di cui tratteremo e che la vostra sete di curiosità non cessi mai!  

Talathdaer




Grian, il Sole di Britannia

Ciao a tutti ;)



È da un po' di tempo che pianificavo di aprire un blog tutto mio ed eccolo qua!
Uscito così dal nulla, scaturato da una mia semplice fantasia...
Mi presento...il mio nome magico è Grian che in gaelico significa "Sole", questo perché il gaelico è una lingua che mi piacerebbe imparare nonostante non venga più utilizzata nella vita quotidiana.
Il sole perché è uno degli elementi naturali che più preferisco. A questo punto vi starete chiedendo perché nome magico, be' perché ormai da qualche mese ho abbracciato la fede neopagana, in particolare la Wicca, anche se sono molto affascinato dal Druidismo, e proprio per questo ho deciso di chiamare il mio blog "La foresta di Kelyddon", che si dice sia il luogo dove Merlino vivesse e praticasse la sua Arte di Druido; è un luogo magico dove la Natura viene rispettata e i suoi cicli osservati, al fine di aromonizzare il proprio essere a Lei.
Madre Natura sta attraversando il suo olocausto, e tutti noi dovremmo fare qualcosa per aiutare colei che ci dà da vivere.
Questo blog tratterà quindi di ambiente, Neopaganesimo, recensione di libri e del folclore delle varie popolazioni europee e non e delle loro mitologie.
La scrittura è una mia grande passione, e spero che con questo blog potrò affinare al meglio quest'arte...mi auguro di tenervi compagnia nelle vostre calde giornate estive, così come nei bui e freddi giorni invernali.
Siete pronti? Addentratevi anche voi nel magico mondo di Kelyddon!

Grian