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domenica 27 settembre 2015

Eclissi superlunare 28 Settembre 2015

Salve, amici del bosco.
Due settimane fa è stata annunciato il fatto che domani, 28 Settembre, avrebbe avuto luogo l'eclissi di luna. Questo evento è detto anche "Luna rossa" o "Luna di sangue". Si tratta di un fenomeno rarissimo, infatti si dovrà attendere solamente fino al 27 luglio 2018 per osservarla di nuovo. Alle 2.12 ora italiana la Luna entrerà nella zona di "penombra", ma l'eclissi parziale inizierà poco dopo le 3 del mattino. La fase più spettacolare, l'eclissi d'ombra, avrà inizio alle 4.47 fino alle 5.22, quando sarà già piuttosto bassa sull'orizzonte. Il fenomeno terminerà alle 7.22 del 28 settembre. L'eclissi di domani mattina (avverrà verso le 2.15 a.m. ora italiana) sarà accompagnata anche dalla cosiddetta "Superluna", ossia quando la Luna si trova vicino al perigeo (che è il punto più vicino alla Terra durante la sua rivoluzione intorno al nostro pianeta). Per questo motivo essa apparirà più grande e più luminosa alla nostra vista. L'evento sarà visibile nuovamente nel 2033.
 


Il fenomeno si verifica quando il sole, la Terra e la Luna si trovano allineati. Il satellite entrerà nel cono d’ombra provocato dal nostro pianeta assumendo un colore sul rosso scuro, senza però scomparire totalmente. Tutto questo perchè la luce del sole la colpirà solo parzialmente grazie a un fenomeno di rifrazione sull’atmosfera terrestre. Uno spettacolo strabiliante quanto inquietante.


Nel campo della Wicca, La Lunazione del Sangue è la prima del periodo autunnale. Inizia in settembre o ottobre e può comprendere il sabba di Mabon. Il sangue di questa fase lunare ha sempre rappresentato, soprattutto per i Celti, la pienezza nella stagione della caccia e anticamente cacciare era necessario per la sopravvivenza delle tribù o delle famiglie.
Il sangue degli animali che veniva versato sotto questa Luna era rispettato, come dono della Natura, della Terra e degli Dèi e considerato come sede dell'anima delle creature viventi. Tutto molto riverito, senza spargimenti di sangue inutili e per dare sfogo al proprio divertimento, come si potrebbe pensare. In questa occasione si ringraziano
gli animali che hanno dato la loro vita perchè la nostra possa continuare. Lo stesso vale per il mondo vegetale, mangiando un frutto o una verdura è sempre una vita interrotta.
I celti legavano ogni Luna Piena ad un animale totem, che in questo caso è il salmone, sinonimo di saggezza e di sapienza.
Questo periodo è anche collegato ad Artemide Cacciatrice, Dea lunare che dona al mondo gioia, abbondanza, fertilità e crescita personale per ognuno di noi. Lei è la patrona della caccia, dei luoghi selvaggi e delle bestie, perciò in questa Lunazione si può approfittare per mettersi in contatto con Lei. 
Altri nomi di questa lunazione sono:
-Luna della Caccia
-Luna di Artemide cacciatrice
-Luna dai Lunghi Capelli
-Sa Luna 'e Sambene
-Luna del Dieci
-Luna delle Foglie cadenti
-Luna dell’Anima
-Luna in corsa
-Luna morente
-Luna della Stagione che cambia
-Luna dell’arrivo dell’Inverno
-Luna Bianca
-Luna del Salmone 

La Luna del Sangue ci racconta che è tempo di guardare con occhi che vedono davvero e sentire con orecchie che ascoltano.
Tempo di tornare al nostro sangue come chi torna a casa dopo tanto, troppo tempo di esilio forzato.
Tempo di riprenderci il nostro posto nel Tempio che è il nostro corpo, corpo di Creazione e Rigenerazione.


A presto,
Talathdaer

domenica 20 settembre 2015

Mabon, Alban Elfed, il Tramonto dell'anno



Le giornate stanno cominciando a rinfrescare sempre più, mentre il velo di tenebra prende via via il sopravvendo sulle giornate ancora assolate. Ormai tutti vi starete rendendo conto che l'estate è un lontano ricordo, e le porte della natura si stanno aprendo alla stagione autunnale, ricca di colori e di grande fermento.
Il Neopaganesimo festeggia la venuta dell'autunno con la festa di Mabon.
Mabon, Alban Elfed (nel Druidismo), o comunemente chiamato Equinozio d'Autunno, è la seconda festa del raccolto che celebra la piena maturazione dell'anno.
Questa festività ricorre solitamente tra il 22 e il 23 settembre, quest'anno precisamente, l'equinozio autunnale cadrà proprio il 23 settembre alle 09.21 UTC+1.
La ricorrenza prende il suo nome dal Dio gallese Mabon, il cui nome significa Grande Sole. La leggenda narra che a soli tre anni venne rapito dalla Grande Madre (Modron), che lo condusse nell'Ade per impedire che la sua luce risplendesse nel mondo. Ma egli era molto più intelligente di quanto la Signora degli Inferi pensasse. Durante il suo soggiorno nel cuore della Terra, non solo affinò il proprio ingegno, ma accrebbe la forza interiore e lo slancio necessari per diventare nuovo seme. Egli sapeva di avere la salvezza a portata di mano, e che quando sarebbe giunto il tempo, avrebbe avuto bisogno di tutto il potere di cui disponeva per fecondare la Terra spoglia e renderla di nuovo rigogliosa.
Visto da questa prospettiva, por molti versi Mabon è la controparte maschile della Dea greca Persefone (la romana Proserpina), la quale rapita da Ade (Plutone per i Romani, il Signore degli Inferi), segna anch'essa l'avvento del periodo più buio dell'anno.
La storia del rapimento di Persefone, veniva commemorata ogni anno in questo periodo ad Eleusi, città della Grecia, dove si celebravano appunto in questo periodo i celebri "Misteri Eleusini". La leggenda narra che Demetra, la dea dell'agricoltura, avesse una figlia, Persefone, della quale si invaghì profondamente Ade, il che lo spinse a rapirla per portarla con sé nel mondo sotterraneo. Disperata, Demetra cominciò a trascurare il proprio compito di dea, e una profonda carestia si abbatté sul mondo. Zeus (che si narra fosse il padre di Persefone) andò pertanto a reclamare la figlia al fratello Ade, e riuscì a strapparle la dea.
Il Signore degli Inferi però fu il più astuto di tutti e prima che l'amata dipartisse le diede da mangiare una melagrana, della quale Persefone si cibò soltanto di alcuni grani. Secondo la legge che chi mangia o beve qualcosa nel Regno dei morti ne è condannato a rimanervi, alla bella dea ora, non era più permesso andar via.


Fortunatamente Zeus fu in grado di scendere a compromessi con il fratello, e ottenne che Persefone sarebbe rimasta nell'Ade il tempo di sei mesi (autunno e inverno), mentre il restante periodo dell'anno (primavera ed estate) avrebbe soggiornato sulla Terra con la madre Demetra, la quale felice di poter stare con la figlia, rendeva la Terra fertile e rigogliosa.
In questo modo i Greci riuscirono a spiegare l'alternanza delle quattro stagioni.
Mabon annuncia il primo giorno d'autunno e il secondo periodo del raccolto, sia agricolo che personale. Come a Lughnasadh è il momento di celebrare l'abbondanza della Terra e ringraziarla per le benidizioni che ci elargisce. Per questo motivo, Mabon viene spesso chiamato il Giorno del Ringraziamento delle Streghe. In genere si preparano tavolate festose, pranzi luculliani, e si consuma con gratitudine ogni squisito boccone a disposizione.




Ma non c'è solo questo aspetto. Vista l'associazione di Mabon con l'Ade, questa è anche un'occasione per ricordare i nostri antenati, e coloro che ci hanno preceduti nell'aldilà. Per ringraziarli del sangue che scorre nelle nostre vene, per i tratti che derivano dalla loro riserva genetica, e per i doni che ci hanno dato e che fanno di noi quei meravigliosi esemplari di individualità che siamo.
Proprio per questo Mabon, è un momento di ringraziamento totale, un momento in cui diciamo grazie per tutto ciò che abbiamo, per tutto ciò che siamo, e per tutto ciò che il futuro ha in serbo non solo per noi, ma per tutti coloro che ancora non sono nati.
E' un'occasione per riflettere sulle gioie della comunità, sulla libertà personale e sulle meraviglie della specie umana come insieme; anche un momento per prendere atto di tutte le nostre fortune e ringraziare coloro che hanno contribuito a renderle tali.
Mabon non solo è l'equinozio d'autunno, ma è una festa importantissima per quanto riguarda la nostra fede, la nostra esistenza. Ci insegna il perché siamo mortali, perché siamo messi costantemente alla prova, avendo l'intenzione o meno di seguire la via ai misteri, attraverso i quali avviene il risveglio della coscienza e alla fine si giunge all'immortalità o comunque al passaggio ad un altro livello del cosmo.

 
 
Le foglie si tingono di tutte le tonalità di rosso, arancione, giallo per poi cadere, gli animali si preparano al letargo, crescono funghi e i campi maturano, gli uccelli migratori si recano verso le calde terre del sud, mentre i venti gelati soffiano da ovest.
Il Dio ormai ha perso le Sue forze, e si prepara alla Sua discesa al mondo sotterraneo, mentre la Dea sparge il Suo mantello sula Terra che si prepara al lungo e meritato sonno invernale. Rendiamo grazie a Madre Terra per i frutti che ci ha donato e per la fatica che ha operato durante i mesi estivi per produrre tutto ciò di cui abbiamo avuto bisogno.
Comincia la parte calante dell'anno, il periodo oscuro, in cui la fiamma del Dio vive nel grembo della Dea per poter rinascere a Yule. Lei sente la presenza del Suo Amante, anche mentre Egli svanisce.
Una meravigliosa poesia che volendo potreste integrare al vostro rituale di Mabon è L'ode al vento occidentale di Percy Bysshe Shelley, poeta romantico inglese vissuto tra la fine del XVIII e la prima metà del XIX secolo.
Amo parecchio questa poesia, e ritengo che l'ultimo verso sia particolarmente significativo ed azzeccato per quanto riguarda i misteri di Mabon.
 
 
ODE AL VENTO OCCIDENTALE
 

I
 
Oh tu Vento selvaggio occidentale, àlito
della vita d'Autunno, oh presenza invisibile da cui
le foglie morte sono trascinate, come spettri in fuga
da un mago incantatore, gialle e nere,
pallide e del rossore della febbre, moltitudini
che il contagio ha colpito: oh tu che guidi
i semi alati ai loro letti oscuri
dell'inverno in cui giacciono freddi e profondi
come una spoglia sepolta nella tomba,
finché la tua azzurra sorella della Primavera
non farà udire la squilla sulla terra in sogno
e colmerà di profumi e di colori vividi
il colle e la pianura, nell'aria i lievi bocci conducendo
simili a greggi al pascolo; oh Spirito selvaggio,
tu che dovunque t'agiti, e distruggi e proteggi: ascolta, ascolta!
 
II
 
Tu nella cui corrente, nel tumulto
del cielo a precipizio, le nuvole disperse
sono spinte qua e là come foglie appassite
scosse dai rami intricati del Cielo e dell'Oceano,
angeli della pioggia e del fulmine, e si spargono
là sull'azzurra superficie delle tue onde d'aria
come la fulgida chioma che s'innalza
sopra la testa d'una fiera Menade, dal limite
fioco dell'orizzonte fino alle altezze estreme dello zenit,
capigliatura della tempesta imminente. Canto funebre
tu dell'anno che muore, al quale questa notte che si chiude
sarà la cupola del suo sepolcro immenso, sostenuta a volta
da tutta la potenza riunita dei vapori
dalla cui densa atmosfera esploderà una pioggia
nera con fuoco e grandine: oh, ascolta!
 
III
 
Tu che svegliasti dai loro sogni estivi
le acque azzurre del Mediterraneo, dove
si giaceva cullato dal moto dei flutti cristallini
accanto a un'isola tutta di pomice del golfo
di Baia e vide in sonno gli antichi palazzi e le torri
tremolanti nel giorno più intenso dell'onda, sommersi
da muschi azzurri e da fiori dolcissimi al punto
che nel descriverli il senso viene meno!
Tu per il cui sentiero la possente
superficie d'Atlantico si squarcia
e svela abissi profondi dove i fiori
del mare e i boschi fradici di fango, che indossano
le foglie senza linfa dell'oceano, conoscono
la tua voce e si fanno all'improvviso grigi
per la paura e tremano e si spogliano: oh, ascolta!
 
IV
 
Fossi una foglia appassita che tu potessi portare;
fossi una rapida nuvola per inseguire il tuo volo;
un'onda palpitante alla tua forza, e potessi
condividere tutto l'impulso della tua potenza,
soltanto meno libero di te, oh tu che sei incontrollabile!
Potessi essere almeno com'ero nell'infanzia, compagno
dei tuoi vagabondaggi alti nei cieli, come quando
superare il tuo rapido passo celeste
sembrava appena un sogno; non mi rivolgerei
a te con questa preghiera nella mia dolente
necessità. Ti prego, levami come un'onda, come
una foglia o una nuvola. Cado
sopra le spine della vita e sanguino! Un grave
peso di ore ha incatenato, incurvato
uno a te troppo simile: indomito, veloce ed orgoglioso.
 
V
 
Fa' di me la tua cetra, com'è della foresta;
che cosa importa se le mie foglie cadono
come le sue! Il tumulto
delle tue forti armonie leverà a entrambi un canto
profondo e autunnale, e dolcemente triste.
Che tu sia dunque il mio spirito, o Spirito fiero!
Spirito impetuoso, che tu sia me stesso!
Guida i miei morti pensieri per tutto l'universo
come foglie appassite per darmi una nascita nuova!
E con l'incanto di questi miei versi disperdi
come da un focolare non ancora spento,
le faville e le ceneri, le mie parole fra gli uomini!
E alla terra che dorme, attraverso il mio labbro,
tu sia la tromba d'una profezia! Oh, Vento,
se viene l'Inverno, potrà la Primavera esser lontana?
 
 
E' inoltre tempo di vendemmia, potreste pertanto ringraziare il Dio Dioniso (Bacco) per il frutto della vite, pianta a Lui sacra.
Innalzate un calice di vino e recitate:
Con questo succo io ti rendo omaggio,
Dioniso, Tu che sei l'impulso vitale
Che scorre nelle nostre vene,
Tua è l'estasi dello spirito.
Nel nome del Dio del Vino e dell'Anziana Signora
Possa la saggezza
Essere la mia unica ricchezza.
 
 
 
Indicazioni per il cerchio di Mabon
 
Per l'altare usate un panno di colore arancione scuro o rosso borgogna, e candele marroni, rosso borgogna o porpora. Decorate con fasci di erbe secche, girasoli, foglie autunnali, patate, ghiande e mais. Bruciate l'incenso di Mabon (una mistura di ibisco, mirra, petali di rosa e salvia).
Formate il cerchio con l'athame. Dopo il rituale, portate all'aperto le decorazioni commestibili per gli animali.
 
Corrispondenze
 
Simboli: foglie autunnali, cornucopia, pannocchie, melagrana, mela
Divinità: Apollo, Artemide, Kore, Ade, Demetra, Persefone, Zeus, Era, Atena, Iside, Osiride, Mabon, Modron, Latona, Freyr
Cibi tradizionali: mele, frutta secca, pere, melograne, uva, mais, patate, cipolle, aglio, carote, pannocchie, peperoni, vino
Colori: verde, borgona, rosso, giallo, arancione, marrone
Erbe: nocciolo, noce, girasole, cereali, pigne, salvia, calendula, pioppo, cipresso, abete, cedro
Pietre: ambra, corniola, avventurina, smeraldo, topazio, onice nera, tormalina, pietra lavica, pornice, rubino
Animali: animali da macello, serpente, scarabeo
 
 
Vi cosiglio come sempre di passare del tempo nella Natura, magari facendo una passeggiata per salutare la Terra e le sue creature che si attingono ad andare in letargo.
Augurate loro buon riposo e ringraziate la Dea e il Dio, con la promessa della primavera che verrà.
 
Felice Mabon a tutti voi popolo della foresta :)
 
 
Grian
 
 
 

 

 


 


 

martedì 15 settembre 2015

Cosmogonia: l'origine del mondo

Salve a tutti, popolo della foresta! 
Ammetto che sia passato un po' di tempo dall'ultima volta che ho scritto, ma tra viaggi e l'inizio della scuola non ho trovato tempo! Quest'oggi volevo illustrarvi un mito comune a tutte le popolazioni della Terra: quale mito migliore per cominciare se non l'Origine di Tutto? Per oggi mi occuperò di come la pensavano i Celti, i Greci e le popolazioni scandinave (Vichinghi). Vi starete chiedendo come mai non abbia nominato i Romani. Ebbene perché presso i Romani, sebbene si trovino gli stessi elementi, vi sono variazioni dovute alle tradizioni locali. 
I Greci fin da subito hanno voluto chiarire l'origine del cosmo, personificando e divinizzando tutti gli elementi della natura, che sono in armonia tra essi. In età preistorica, non solo in Grecia, la divinità primordiale e principalmente venerata era la Madre Terra, descritta in antichità come una donna prosperosa, corpo abbondante: questo a simboleggiare la fertilità sacra della Terra, creatrice di ogni cosa.
Quelli che seguono sono alcuni tra i più famosi dei miti greci della creazione, dei quali il più antico è quello pelasgico (il termine si riferisce alla fase arcaica dei Pelasgi, un popolo ellenico).
 
Mito pelasgico- 

All'inizio la Dea di Tutte le Cose, Eurinome, emerse dal Caos e, non trovando nulla su cui appoggiare i piedi, separò il mare dal cielo e intraprese una danza in solitario sulle onde. Danzando, s'accorse che alle sue spalle soffiava un vento, nuovo e diverso. Perciò incontrò il Vento del Nord (Boreas) e decise di iniziare la creazione con esso. Boreas infatti era un vento fecondo, contenente il Cosmo. Continuando a danzare all'infinito, creando onde a forma di spirale, dal Vento del Nord si creò il maestoso serpente Ofione, con il quale Eurinome s'accoppiò. La Dea, trasformandosi in colomba, depose l'Uovo Universale, attorno al quale Ofione s'arrotolò sette volte, finché ne uscirono tutte le cose esistenti: il sole, la luna, le stelle, i pianeti, le montagne, i fiumi, le foreste e gli esseri viventi. Poco dopo la Coppia Cosmica si stabilì sul Monte Olimpo, dove Ofione si vantava d'essere egli stesso il Creatore dell'Universo, motivo per il quale Eurinome s'irritò e lo cacciò nelle buie caverne sotterranee. In seguito la Creatrice di Tutto creò le potenze planetarie e a capo di ciascuna vi mise i Titani. 

Mito omerico e orfico- 

Tutti gli Dèi e tutte le Dee nacquero da Oceano, il fiume primordiale che scorre attorno al mondo, e a Teti, Titanessa marina. La Notte fu fecondata dal Vento, deponendo un uovo d'argento nell'Oscurità. Poi Eros, nato dall'uovo d'argento, divenne il principio motorio dellUniverso. La Notte, vivendo insieme al figlio Eros in una grotta, assunse il triplice aspetto di Notte, Giustizia e Ordine. Di fronte alla grotta v'era Rea, Grande Titanessa Madre, che costringeva gli uomini a porre attenzione agli oracoli della dea battendo le mani su un tamburo di bronzo. Eros fu il creatore della terra, del sole, del cielo e della luna, ma fu la Notte a regnare sull'Universo fino a quando Urano ereditò il suo scettro.

Mito olimpico- 
 
Al principio v'era solo il Caos. La Madre Terra Gea emerse poi dal baratro infinito e generò suo figlio Urano, Padre Cielo. In seguito furono generati Eros (l'Amore), Erebo (l'Oscurità), Nychte (la Notte), Eter (l'Aria), Hemera (il Giorno), Hypnos (il Sonno), Thanatos (la Morte), le Moire (il Destino) ed Eris (la Discordia). Gea in seguito, estesa e fertile, fu la base della creazione di varie forme di vita, ossia foreste, boschi, piante, fiori. Da lei nacquero anche i fiumi che circondano la Terra.

Spiegando come la pensavano i Celti sulla creazione di tutto, possiamo notare certe somiglianze e temi in comune, come l'Uovo Cosmico e il Serpente. Questi due temi ricorrono infatti in molte culture, come quella cinese, induista, mesopotamica, egizia, ecc... 

Nella cultura celtica, Glain era il nome dell'Uovo dell'Universo, un uovo rosso deposto sulla spiaggia da un enorme serpente marino. Il centro del cosmo è chiamato Oiw, il Sole. Il serpente rappresenta l'energia attiva maschile, mentre l'uovo l'energia passiva femminile. Era così che i Celti spiegavano l'origine di tutte le cose: l'unione dei due principi, maschile e femminile, attivo e passivo, da cui tutto proviene. Perchè la scelta della spiaggia e del mare? Il mare da sempre rappresenta un luogo vitale, il brodo primordiale, dove in molte tradizioni la vita ha avuto luogo. 

La questione, invece, per le popolazioni vichinghe era diversa. Tutto ha avuto origine dallo scontro tra un gigante e gli Dèi primordiali, come segue.

V'era il tempo in cui c'era solo l'abisso, denominato Ginnungagap. Esisteva l'albero cosmico, l'Yggdrasil, che vincolava tutti i nove mondi, sotto il quale s'estendeva il regno di Muspell, il regno del calore. A Nord invece, si ergeva Niflheim, il regno di ghiaccio e oscurità. Sotto un'altra radice esisteva Hvergelmir, dove vi erano le acque bollenti che poi si trasformarono in dodici enormi fiumi. Tutta questa acqua cadde verso l'abisso e si trasformò in enormi blocchi di ghiaccio. il ghiaccio, incontrando l'aria calda del regno di Muspell, si sciolse così da divenire fonte principale d'acqua. Dalla nebbia primordiale emerse Ymir (che significa "due in uno"). La mucca primordiale, Audhumla, leccò i blocchi di ghiaccio per nutrirsi e nel mentre riuscì a sbloccare due Dèi che erano rimasti ghiacciati: Buri e Bor. Audhumla però non s'accorse che Ymir si nutriva dalle sue mammelle e del ghiaccio, così che diventò un enorme gigante di ghiaccio. Egli creò la vita spontaneamente, e mentre dormiva generava la razza di giganti di ghiaccio dalle ascelle. Odino, Ve e Vili, figli di Buri, decisero di distruggere Ymir. Mentre il gigante dormiva, i tre Dèi ne approfittarono per attaccare, e dalle ferite del gigante ne scaturì un torrente di sangue ghiacciato. Il torrente sterminò tutta la razza di giganti tranne una coppia. I tre fratelli distrussero Ymir e mischiando il suo sangue all'oceano primordiale nacque la Terra, Midgard. 

Un passo tratto dal Voluspà spiega come Ymir fu all'origine del mondo. 

"Dalla carne di Ymir fu fatta la terra, 
dal suo sangue il mare,
dalle ossa le montagne, gli alberi dalla chioma, 
dal cranio il cielo. 

Dalle sopracciglia fecero gli Dèi benedetti
Midgard per i figli degli uomini; 
dal suo cervello furono tutte le tempestose
nuvole create

Personalmente trovo questi miti molto affascinanti, e se ne possono trovare in infinità. Difatti, come abbiamo visto nel caso dei Greci, in quasi tutte le culture ci sono più varianti dei miti della creazione. Essi sono l'intento di spiegare come abbia avuto origine l'Universo, dando a volte sfogo alla propria immaginazione.

Saluti, 
Talathdaer

domenica 13 settembre 2015

La magica isola di Avalon

Salve a tutti!

Riconosco che è da molto tempo che non sono attivo in questo blog, e perciò stanotte ho deciso di tornare nella foresta di Kelyddon per affrontare un argomento che per quanto mi riguarda reputo molto intrigante, c'est à dire la misteriosa isola di Avalon.
Secondo la leggenda, quest'isola magica e affascinante si troverebbe nella parte occidentale delle Isole Britanniche e troviamo sue testimonianze nel ciclo letterario di Re Artù, che io ho sempre amato.
Avalon è un luogo di fertilità e secondo alcuni il suo nome significherebbe "Isola delle mele", come è possibile riscontrare nell' "Historia Regum Britanniae" di Goffredo di Monmouth.
Il termine bretone per mela è infatti Aval, e in gallese è invece Afal, la cui pronuncia è comunque "Aval". Numerose sono le testimonianze nelle varie mitologie indoeuropee di un'isola dei beati situata all'estremo occidente d'Europa, un'isola designata anche come il luogo in cui germogliava il Giardino degli Esperidi famoso per le sue mele d'oro nella mitologia greca.




Secondo alcune leggende Avalon, fu il posto in cui giunsero Gesù e Giuseppe d'Arimatea, che dopo aver raccolto il sangue di Cristo nel prezioso calice (il Graal) fondò la prima chiesa di Britannia, secondo altre ancora è il luogo in cui riposa re Artù, condotto qui dalla sorellastra, la Fata Morgana, in attesa che senta il bisogno di ritornare nel nostro mondo.
Sono in molti a pensare che l'isola di Avalon si possa identificare con Glatsonbury, un tempo circondata dall'acqua, proprio perché vi è una leggenda che narra del ritrovamento di un lungo tronco di quercia  o una bara con la seguente iscrizione: "Qui giace sepolto l'inclito re Artù nell'isola di Avalon". Nonostante molti la reputino una leggenda, nell'abbazia di Glatsonbury davanti all'altare meggiore, sarebbero sepolti questi resti, fu probabilmente uno stratagemma per attirare i pellegrini e le loro ricchezze. Una sorta di business medievale, come coloro che spacciavano banali resti umani come sante reliquie.





Arriviamo quindi a parlare di una serie di libri ispirati proprio alle leggende riguardanti il magico mondo di Avalon, ovvero Il ciclo di Avalon di Marion Zimmer Bradley. La serie è composta da otto libri, dei quali finora ne ho letto solo uno, non ancora terminato a dir la verità; si tratta delle Nebbie di Avalon, probabilmente il libro più famoso dell'intera saga, da cui è stato tratto anche un film di cui vi consiglio la visione.
Era da tempo che sognavo di leggere questo romanzo, che non trovavo in nessuna libreria, finché un giorno l'ho trovato per caso in un negozio che vendeva libri usati. Immaginate il mio stupore! Acquistato a poco più di tre euro, in ottime condizioni; ironia del destino, dopo alcuni mesi era in vendita in libreria, ma meglio così, ho risparmiato soldi.
Sono intenzionato a leggere tutta la serie, comprando magari i libri online, dato che non sono facilmente reperibili nelle comuni librerie, potrò in questo modo recensirveli uno ad uno.
Come vi dicevo, sono sempre stato molto affascinato dal Ciclo Arturiano e dalle leggende riguardanti i celebri cavalieri della tavola rotonda, e in più essendo Neopagano, non potevo non iniziare a leggere questi libri.
L'isola di Avalon viene presentata come un luogo sacro, un'isola circondata dalle nebbie, dove le Sacerdotesse della Dea, capeggiate da Viviana, resistono e si oppongono alla nascente Cristianità in Britannia. Esse, attenzione, non hanno nulla contro il Cristo, ma contro i suoi preti, che negano il potere della Grande Dea Madre, e la "identificano" con la Vergine Maria, erroneamente, in quanto la Madonna non è una Dea, non ha potere, non è Creatrice, anzi è sottomessa alla volontà di Dio, che nella tradizione Cristiana, per quanto molti Cristiani possano dire il contrario, ha solo ed esclusivamente attributi maschili. Lui è Padre, è Signore, viene raffigurato come un vecchio barbuto ecc...
Le attribuzioni della Vergine, quali Regina dei Cieli e Madre sono tutte di derivazione pagana. Lo stesso attributo di Vergine ha un significato completamente diverso in Maria e nelle Dee pagane, ma comque questo è un altro discrso, non ci dilunghiamo nella misogenia che colpisce le religioni abramitiche, perché ce ne sarebbe  da discutere per molto tempo.
Le recensioni non so bene quando verranno postate, non aspettatevele di certo domani, o fra due mesi, devo ancora procurarmi i libri e sono anche molto lunghi da leggere, prima o poi arriveranno, su questo potete esserne certi ;)

A presto,

Grian