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domenica 20 settembre 2015

Mabon, Alban Elfed, il Tramonto dell'anno



Le giornate stanno cominciando a rinfrescare sempre più, mentre il velo di tenebra prende via via il sopravvendo sulle giornate ancora assolate. Ormai tutti vi starete rendendo conto che l'estate è un lontano ricordo, e le porte della natura si stanno aprendo alla stagione autunnale, ricca di colori e di grande fermento.
Il Neopaganesimo festeggia la venuta dell'autunno con la festa di Mabon.
Mabon, Alban Elfed (nel Druidismo), o comunemente chiamato Equinozio d'Autunno, è la seconda festa del raccolto che celebra la piena maturazione dell'anno.
Questa festività ricorre solitamente tra il 22 e il 23 settembre, quest'anno precisamente, l'equinozio autunnale cadrà proprio il 23 settembre alle 09.21 UTC+1.
La ricorrenza prende il suo nome dal Dio gallese Mabon, il cui nome significa Grande Sole. La leggenda narra che a soli tre anni venne rapito dalla Grande Madre (Modron), che lo condusse nell'Ade per impedire che la sua luce risplendesse nel mondo. Ma egli era molto più intelligente di quanto la Signora degli Inferi pensasse. Durante il suo soggiorno nel cuore della Terra, non solo affinò il proprio ingegno, ma accrebbe la forza interiore e lo slancio necessari per diventare nuovo seme. Egli sapeva di avere la salvezza a portata di mano, e che quando sarebbe giunto il tempo, avrebbe avuto bisogno di tutto il potere di cui disponeva per fecondare la Terra spoglia e renderla di nuovo rigogliosa.
Visto da questa prospettiva, por molti versi Mabon è la controparte maschile della Dea greca Persefone (la romana Proserpina), la quale rapita da Ade (Plutone per i Romani, il Signore degli Inferi), segna anch'essa l'avvento del periodo più buio dell'anno.
La storia del rapimento di Persefone, veniva commemorata ogni anno in questo periodo ad Eleusi, città della Grecia, dove si celebravano appunto in questo periodo i celebri "Misteri Eleusini". La leggenda narra che Demetra, la dea dell'agricoltura, avesse una figlia, Persefone, della quale si invaghì profondamente Ade, il che lo spinse a rapirla per portarla con sé nel mondo sotterraneo. Disperata, Demetra cominciò a trascurare il proprio compito di dea, e una profonda carestia si abbatté sul mondo. Zeus (che si narra fosse il padre di Persefone) andò pertanto a reclamare la figlia al fratello Ade, e riuscì a strapparle la dea.
Il Signore degli Inferi però fu il più astuto di tutti e prima che l'amata dipartisse le diede da mangiare una melagrana, della quale Persefone si cibò soltanto di alcuni grani. Secondo la legge che chi mangia o beve qualcosa nel Regno dei morti ne è condannato a rimanervi, alla bella dea ora, non era più permesso andar via.


Fortunatamente Zeus fu in grado di scendere a compromessi con il fratello, e ottenne che Persefone sarebbe rimasta nell'Ade il tempo di sei mesi (autunno e inverno), mentre il restante periodo dell'anno (primavera ed estate) avrebbe soggiornato sulla Terra con la madre Demetra, la quale felice di poter stare con la figlia, rendeva la Terra fertile e rigogliosa.
In questo modo i Greci riuscirono a spiegare l'alternanza delle quattro stagioni.
Mabon annuncia il primo giorno d'autunno e il secondo periodo del raccolto, sia agricolo che personale. Come a Lughnasadh è il momento di celebrare l'abbondanza della Terra e ringraziarla per le benidizioni che ci elargisce. Per questo motivo, Mabon viene spesso chiamato il Giorno del Ringraziamento delle Streghe. In genere si preparano tavolate festose, pranzi luculliani, e si consuma con gratitudine ogni squisito boccone a disposizione.




Ma non c'è solo questo aspetto. Vista l'associazione di Mabon con l'Ade, questa è anche un'occasione per ricordare i nostri antenati, e coloro che ci hanno preceduti nell'aldilà. Per ringraziarli del sangue che scorre nelle nostre vene, per i tratti che derivano dalla loro riserva genetica, e per i doni che ci hanno dato e che fanno di noi quei meravigliosi esemplari di individualità che siamo.
Proprio per questo Mabon, è un momento di ringraziamento totale, un momento in cui diciamo grazie per tutto ciò che abbiamo, per tutto ciò che siamo, e per tutto ciò che il futuro ha in serbo non solo per noi, ma per tutti coloro che ancora non sono nati.
E' un'occasione per riflettere sulle gioie della comunità, sulla libertà personale e sulle meraviglie della specie umana come insieme; anche un momento per prendere atto di tutte le nostre fortune e ringraziare coloro che hanno contribuito a renderle tali.
Mabon non solo è l'equinozio d'autunno, ma è una festa importantissima per quanto riguarda la nostra fede, la nostra esistenza. Ci insegna il perché siamo mortali, perché siamo messi costantemente alla prova, avendo l'intenzione o meno di seguire la via ai misteri, attraverso i quali avviene il risveglio della coscienza e alla fine si giunge all'immortalità o comunque al passaggio ad un altro livello del cosmo.

 
 
Le foglie si tingono di tutte le tonalità di rosso, arancione, giallo per poi cadere, gli animali si preparano al letargo, crescono funghi e i campi maturano, gli uccelli migratori si recano verso le calde terre del sud, mentre i venti gelati soffiano da ovest.
Il Dio ormai ha perso le Sue forze, e si prepara alla Sua discesa al mondo sotterraneo, mentre la Dea sparge il Suo mantello sula Terra che si prepara al lungo e meritato sonno invernale. Rendiamo grazie a Madre Terra per i frutti che ci ha donato e per la fatica che ha operato durante i mesi estivi per produrre tutto ciò di cui abbiamo avuto bisogno.
Comincia la parte calante dell'anno, il periodo oscuro, in cui la fiamma del Dio vive nel grembo della Dea per poter rinascere a Yule. Lei sente la presenza del Suo Amante, anche mentre Egli svanisce.
Una meravigliosa poesia che volendo potreste integrare al vostro rituale di Mabon è L'ode al vento occidentale di Percy Bysshe Shelley, poeta romantico inglese vissuto tra la fine del XVIII e la prima metà del XIX secolo.
Amo parecchio questa poesia, e ritengo che l'ultimo verso sia particolarmente significativo ed azzeccato per quanto riguarda i misteri di Mabon.
 
 
ODE AL VENTO OCCIDENTALE
 

I
 
Oh tu Vento selvaggio occidentale, àlito
della vita d'Autunno, oh presenza invisibile da cui
le foglie morte sono trascinate, come spettri in fuga
da un mago incantatore, gialle e nere,
pallide e del rossore della febbre, moltitudini
che il contagio ha colpito: oh tu che guidi
i semi alati ai loro letti oscuri
dell'inverno in cui giacciono freddi e profondi
come una spoglia sepolta nella tomba,
finché la tua azzurra sorella della Primavera
non farà udire la squilla sulla terra in sogno
e colmerà di profumi e di colori vividi
il colle e la pianura, nell'aria i lievi bocci conducendo
simili a greggi al pascolo; oh Spirito selvaggio,
tu che dovunque t'agiti, e distruggi e proteggi: ascolta, ascolta!
 
II
 
Tu nella cui corrente, nel tumulto
del cielo a precipizio, le nuvole disperse
sono spinte qua e là come foglie appassite
scosse dai rami intricati del Cielo e dell'Oceano,
angeli della pioggia e del fulmine, e si spargono
là sull'azzurra superficie delle tue onde d'aria
come la fulgida chioma che s'innalza
sopra la testa d'una fiera Menade, dal limite
fioco dell'orizzonte fino alle altezze estreme dello zenit,
capigliatura della tempesta imminente. Canto funebre
tu dell'anno che muore, al quale questa notte che si chiude
sarà la cupola del suo sepolcro immenso, sostenuta a volta
da tutta la potenza riunita dei vapori
dalla cui densa atmosfera esploderà una pioggia
nera con fuoco e grandine: oh, ascolta!
 
III
 
Tu che svegliasti dai loro sogni estivi
le acque azzurre del Mediterraneo, dove
si giaceva cullato dal moto dei flutti cristallini
accanto a un'isola tutta di pomice del golfo
di Baia e vide in sonno gli antichi palazzi e le torri
tremolanti nel giorno più intenso dell'onda, sommersi
da muschi azzurri e da fiori dolcissimi al punto
che nel descriverli il senso viene meno!
Tu per il cui sentiero la possente
superficie d'Atlantico si squarcia
e svela abissi profondi dove i fiori
del mare e i boschi fradici di fango, che indossano
le foglie senza linfa dell'oceano, conoscono
la tua voce e si fanno all'improvviso grigi
per la paura e tremano e si spogliano: oh, ascolta!
 
IV
 
Fossi una foglia appassita che tu potessi portare;
fossi una rapida nuvola per inseguire il tuo volo;
un'onda palpitante alla tua forza, e potessi
condividere tutto l'impulso della tua potenza,
soltanto meno libero di te, oh tu che sei incontrollabile!
Potessi essere almeno com'ero nell'infanzia, compagno
dei tuoi vagabondaggi alti nei cieli, come quando
superare il tuo rapido passo celeste
sembrava appena un sogno; non mi rivolgerei
a te con questa preghiera nella mia dolente
necessità. Ti prego, levami come un'onda, come
una foglia o una nuvola. Cado
sopra le spine della vita e sanguino! Un grave
peso di ore ha incatenato, incurvato
uno a te troppo simile: indomito, veloce ed orgoglioso.
 
V
 
Fa' di me la tua cetra, com'è della foresta;
che cosa importa se le mie foglie cadono
come le sue! Il tumulto
delle tue forti armonie leverà a entrambi un canto
profondo e autunnale, e dolcemente triste.
Che tu sia dunque il mio spirito, o Spirito fiero!
Spirito impetuoso, che tu sia me stesso!
Guida i miei morti pensieri per tutto l'universo
come foglie appassite per darmi una nascita nuova!
E con l'incanto di questi miei versi disperdi
come da un focolare non ancora spento,
le faville e le ceneri, le mie parole fra gli uomini!
E alla terra che dorme, attraverso il mio labbro,
tu sia la tromba d'una profezia! Oh, Vento,
se viene l'Inverno, potrà la Primavera esser lontana?
 
 
E' inoltre tempo di vendemmia, potreste pertanto ringraziare il Dio Dioniso (Bacco) per il frutto della vite, pianta a Lui sacra.
Innalzate un calice di vino e recitate:
Con questo succo io ti rendo omaggio,
Dioniso, Tu che sei l'impulso vitale
Che scorre nelle nostre vene,
Tua è l'estasi dello spirito.
Nel nome del Dio del Vino e dell'Anziana Signora
Possa la saggezza
Essere la mia unica ricchezza.
 
 
 
Indicazioni per il cerchio di Mabon
 
Per l'altare usate un panno di colore arancione scuro o rosso borgogna, e candele marroni, rosso borgogna o porpora. Decorate con fasci di erbe secche, girasoli, foglie autunnali, patate, ghiande e mais. Bruciate l'incenso di Mabon (una mistura di ibisco, mirra, petali di rosa e salvia).
Formate il cerchio con l'athame. Dopo il rituale, portate all'aperto le decorazioni commestibili per gli animali.
 
Corrispondenze
 
Simboli: foglie autunnali, cornucopia, pannocchie, melagrana, mela
Divinità: Apollo, Artemide, Kore, Ade, Demetra, Persefone, Zeus, Era, Atena, Iside, Osiride, Mabon, Modron, Latona, Freyr
Cibi tradizionali: mele, frutta secca, pere, melograne, uva, mais, patate, cipolle, aglio, carote, pannocchie, peperoni, vino
Colori: verde, borgona, rosso, giallo, arancione, marrone
Erbe: nocciolo, noce, girasole, cereali, pigne, salvia, calendula, pioppo, cipresso, abete, cedro
Pietre: ambra, corniola, avventurina, smeraldo, topazio, onice nera, tormalina, pietra lavica, pornice, rubino
Animali: animali da macello, serpente, scarabeo
 
 
Vi cosiglio come sempre di passare del tempo nella Natura, magari facendo una passeggiata per salutare la Terra e le sue creature che si attingono ad andare in letargo.
Augurate loro buon riposo e ringraziate la Dea e il Dio, con la promessa della primavera che verrà.
 
Felice Mabon a tutti voi popolo della foresta :)
 
 
Grian
 
 
 

 

 


 


 

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